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Consistenza gruppo A-B-C-D


Con D.P.R. 23 marzo 1998, n. 138 si assume il metro quadrato di superficie catastale quale unità di misura della consistenza degli immobili urbani a destinazione ordinaria.

La consistenza dei vani catastali prima del D.P.R. 23 marzo 1998, n. 138 si determinava:
- Consistenza effettiva dell'unità immobiliare si determina mediante visita diretta di tutti i locali che la compongono e delle aree e dei suoli che di essa fanno parte.

- Consistenza delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo A si devono distinguere i seguenti elementi:
a) vani principali (salone, galleria, camera o stanza, cucina).
Si considera come vano utile lo spazio chiuso da muri o pareti dal pavimento al soffitto, avente generalmente luce diretta ed una superficie libera, che in relazione alla categoria e classe di cui trattasi, è stato stabilito come normale;
b) accessori a servizio diretto: cioè gli elementi necessari al servizio od al disimpegno delle parti principali quali: bagno, ripostiglio, latrina, ingresso, corridoio (un corridoio deve essere considerato come un unico accessorio anche quando si svolge con andamento non rettilineo, purché però esso costituisca un insieme continuo, anche se suddiviso in tronchi a mezzo di porte, e conservi la sua funzione di elemento di comunicazione.), dispensa, veranda, nonché, in genere, i vani aventi superficie libera minore di quella minima stabilita per il vano normale della categoria e classe. Qualora in sede di accertamento si riscontri con rilevante frequenza che vani utilizzati non eccezionalmente come principali si conteggiano come accessori perché di superficie minore di quella minima stabilita per la categoria e classe, il tecnico accertatore può proporre all'Ufficio una conveniente diminuzione del suindicato limite minimo. In attesa dell'approvazione, nel computo della consistenza farà riferimento al nuovo limite minimo da esso proposto. Analogamente procederà per l'elevazione del limite massimo, qualora riscontrasse che per la maggioranza dei vani di una determinata classe dovrebbe procedere al calcolo delle eccedenze. Ottenuta l'approvazione dell'Ufficio corregge le consistenze che avesse già calcolato con i limiti stabiliti all'inizio. Nell'avanzare le proposte di cui trattasi - che devono avere carattere eccezionale - si terrà presente che i limiti possono fissarsi in misura difforme anche per le diverse classi di una stessa categoria.;
c) accessori a servizio complementare: cioè gli elementi annessi ed integranti la funzione delle parti principali ma non strettamente necessari per l'utilizzazione di esse (soffitte, cantine, locali di sgombero, legnaie, bucatai, stenditoi, stalle, granai, porcili, pollai, ecc.);
d) dipendenze, e cioè:
1) aree e suoli liberi a servizio esclusivo; dell'unità immobiliare o a servizio comune di essa e di altre unità immobiliari (cortili, aie, giardini (Nel caso di vasti giardini e di parchi annessi alle ville, si considerano quali dipendenze solo quelle parti di essi che concorrono con la propria utilità a formare il reddito della unità immobiliare costituita dalla villa, o delle diverse unità comprese nella villa.), terreni destinati a giochi e ad altri esercizi sportivi, terrazze usufruibili cioè non di semplice copertura, ecc.);
2) locali e costruzioni destinati ad usi speciali (tettoie aperte, portici, cisterne, serre, ricoveri antiaerei);
3) locali costruttivamente destinati al servizio comune dell'unità immobiliare e di altre (bucatai, stenditoi, cucine e latrine costruite per uso comune di più abitazioni, soffitte o cantine usate dai vari inquilini senza stabili pareti divisorie degli spazi a ciascuno assegnati).

Calcolo
Il calcolo della consistenza catastale in vani utili si ottiene sommando: 
1 - il numero dei vani principali. Come vani utili e per il loro numero effettivo i vani principali normali, cioè quelli con superficie almeno uguale a quella minima normale stabilita per il vano utile della categoria e classe (La normalità va intesa anche nel senso della proporzione delle dimensioni che concorrono a formare la superficie.
Non si riterrà pertanto vano principale normale quello di superficie superiore alla minima normale ma con sviluppo eccessivo di una delle dimensioni ed esiguo dell'altra.);
2 - la cucina (anche se di superficie minore al vano tipo va considerata un vano utile);
3 - l'eccedenza dei vani principali dalla superficie massima del vano tipo;
4 - il risultato degli accessori diretti (considerando ciascun vano pari ad 1/3 di vano utile);
5 - il risultato degli accessori complementari (considerando ciascun vano pari ad 1/4 di vano utile);
6 - percentuale di incremento per dipendenze, che deve essere compreso nei limiti del10%.
7 - il risultato del conteggio eseguito, deve essere quindi arrotondato al mezzo vano.

- Consistenza catastale delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo B del quadro generale si misura assumendo come elemento unitario il metro cubo e si computa:
1) determinando la consistenza effettiva in metri cubi calcolati applicando le norme che seguono:
a) se trattasi di unità immobiliari occupanti interi edifici o porzioni di edifici per tutta la loro altezza, il volume si calcola vuoto per pieno moltiplicando la superficie coperta per l'altezza totale delle corrispondenti singole porzioni della costruzione.
Dal computo della superficie da prendere a base si deve escludere l'area occupata da cortili, da chiostrine scoperte, o coperte da semplice vetrata, da tettoie aperte e simili.
Nel computo delle altezze si devono comprendere anche le porzioni di fabbricato poste al disotto del livello del suolo che siano occupate da locali principali o accessori. Si devono invece escludere le masse strutturali di fondazioni nonché i vespai, i cunicoli, le intercapedini, i pozzi di fondazione e simili, le cisterne, i pozzi neri, i ricoveri antiaerei, ecc.
L'altezza si deve misurare dal piano di calpestio dei vani situati più in basso fino al piano della terrazza se l'edificio è coperto a terrazza, o fino alla linea reale di gronda se l'edificio è coperto a tetto inclinato, ma ha il sottotetto non utilizzabile; oppure fino all'altezza media della soffitta, o del locale sottotetto, se il sottotetto è utilizzabile;
b) se trattasi di unità immobiliari che non occupano da cielo a terra per tutta l'altezza l'edificio o la porzione di edificio di cui fanno parte, il volume si calcola moltiplicando la superficie interna di ciascun vano (principale od accessorio) per la rispettiva altezza tra pavimento e soffitto. Per i vani coperti a volta od a soffitto inclinato e per i vani a pavimento inclinato, si assumerà la altezza media, così da ottenere, con il prodotto della superficie utile per l'altezza, la cubatura interna del vano.
2) apportando ad essa un'aggiunta o detrazione, nei limiti del 10% quando si verificano le circostanze di cui al
punto 2) del paragrafo 13;
3) arrotondando il risultato del conteggio così eseguito al metro cubo.

- Consistenza catastale delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo C del quadro generale si misura assumendo come elemento unitario il metro quadrato, e si computa determinando in primo luogo le superficie interne (cioè quelle degli spazi compresi fra le pareti) degli ambienti - principali ed accessori - che costituiscono l'unità immobiliare.
Dal computo sarà esclusa la superficie dei locali e delle aree che costituiscono le dipendenze (cioè tettoie, cortili, aie, giardini, ecc.), siano esse di uso comune o siano di uso esclusivo dell'unità immobiliare considerata.
Si ottiene poi la consistenza catastale in metri quadrati:
1) Sommando:
a) la superficie utile degli ambienti principali;
b) la superficie utile degli ambienti accessori, trasformata, per la sola categoria C/1 (negozi e botteghe) (Quando la separazione fra bottega e retrobottega é costituita da semplice divisorio, per decidere se i due locali debbano considerarsi come un unico vano principale ovvero come un vano principale (bottega) ed un vano accessorio (retrobottega) si deve tenere conto non tanto della struttura ed importanza del divisorio, o del materiale di cui esso è costituito, quanto del fatto che i due locali nel loro insieme costituiscono o meno un vano analogo ad altri di edifici dello stesso tipo; si deve cioè in sostanza accertare se l'ambiente unico che risulterebbe dell'abolizione del divisorio ha una superficie ed un rapporto tra le dimensioni che siano ordinarie in relazione alla località ed alla natura del fabbricato.) per moltiplicazione con il relativo coefficiente di ragguaglio (I coefficienti di ragguaglio determinati per ciascuna classe della categoria C/1, rappresentano i rapporti fra i redditi fondiari unitari lordi degli accessori e quelli dei locali principali. Moltiplicando per essi la superficie complessiva degli accessori si ottiene una superficie ad essa economicamente equivalente ma omogenea a quella dei locali principali e quindi sommabile. ), in superficie utile equivalente principale;
2) apportano ai risultato del conteggio una aggiunta o detrazione - nei limiti ammessi - sia per tenere conto degli altri elementi della consistenza effettiva - dipendenze - che nell'unità immobiliare sono uniti agli elementi già considerati e ne aumentano le utilità ed i comodi, sia per tener conto di utilità e svantaggi (particolari rapporti dimensionali, posizione d'angolo, ecc.) che siano particolari della unità immobiliare rispetto alla maggior parte delle altre unità della medesima categoria e classe ed influenti sul reddito;
3) arrotondando infine, il risultato del conteggio al metro quadrato.
Per le unità immobiliari da accertarsi nelle categorie dei gruppi D e dei gruppi E non si fa luogo a computo di consistenza catastale. Quindi va eseguita per stima diretta.
Istruzioni per la determinazione della consistenza degli immobili urbani per  la rilevazione dei dati dell'osservatorio del mercato immobiliare

Principio adottato
Il principio adottato fa riferimento al D.P.R. 23 marzo 1998, n. 138 che assume il metro quadrato di superficie catastale quale unità di misura della consistenza degli immobili urbani a destinazione ordinaria.